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Strage di Nizza: "Così mi sono messa in salvo. Poi ho visto tutti quei corpi a terra..."

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GROTTAFERRATA – La testimonianza di una 18enne, partita per una vacanza studio in Francia, che è riuscita a rifugiarsi con un'amica in un hotel.

Ilmamilio.it – contenuto esclusivo

Camion e spari tra la folla, Francesca Graziani si salva, ma la vacanza studio a Nizza sarà difficile da dimenticare per la giovane grottaferratese che la sera del 14 luglio era lungo la Promenade des Anglais quando il tir ha travolto uomini, donne e bambini. Una storia nella storia che si è conclusa, almeno questa, con un lieto fine e che oggi può essere raccontata.

“Eravamo in sei in un fastfood quando abbiamo cominciato a sentire i fuochi d’artificio – spiega la 18enne studentessa del liceo James Joyce di Ariccia – così siamo usciti a vederli. Eravamo andati sulla promenade per partecipare alla festa, ma faceva freddo così dopo lo spettacolo pirotecnico abbiamo deciso di andare alla fermata dell’autobus per tornare a casa”.

Antonella Tacca, la mamma di Francesca sui socialnetwork scrive: “Il primo angelo li fa attraversare, dall'altro lato della strada c'è meno gente, si fa più in fretta, poi le urla, il bolide impazzito e gli spari.” Destino ha voluto che Francesca fosse sulla carreggiata opposta rispetto a quella presa dal tir.

“Abbiamo sentito le urla – continua a raccontare la giovane – non capivamo cosa stesse succedendo. Non sapevamo se fosse un attacco o un incidente. Ero vicino all’ingresso di un hotel quando ho sentito gli spari, così io e un’amica siamo entrate dentro. Avevamo perso gli altri che però siamo riusciti a contattare con il cellulare. A quel punto ci hanno fatto salire le scale e messi al riparo in una grande sala con vetrate che si affacciavano sulla promenade. La paura era tanta, temevamo che gli spari potessero colpire le vetrate, così un uomo della sicurezza ci ha portati all’interno del casinò perché era la zona più sicura della struttura in quanto blindata, ma lì senza connessione non potevo avvisare nessuno che stavo bene. Le televisioni in sala stavano proiettando ancora la partita, i primi sottotitoli apparsi spiegavano che c’era stato un attentato e che il conducente del tir era stato ucciso.” L’hanno saputo così cosa stesse succedendo lì fuori.

“Ero convinta che avrei passato la notte lì – prosegue Francesca – non so quanto tempo sia passato, ma ad un tratto ci hanno detto che potevamo uscire. Una coppia di francesi si è offerta di accompagnarci al nostro alloggio e mentre uscivamo dall’hotel nella hall entravano feriti e si chiedeva se c’era un medico. Per strada c’era vomito, corpi a terra e un forte odore di alcool, necessario per disinfettare.” Ciò che gli occhi di Francesca hanno visto è ciò che è andato in onda in questi giorni. “Quando siamo tornati a casa siamo stati insieme tutta la notte. Una delle nostre amiche che avevamo perso dopo essere fuggite alla vista del tir l’abbiamo rivista solo il giorno dopo”. Ad accompagnare la ragazza che le ha permesso di tornare a casa e di riabbracciare la sua famiglia è stata una donna originaria di Frascati ma residente da anni a Nizza. Una bruttissima avventura che potrebbe condizionare una studentessa che ama viaggiare. “Non ora – sottolinea Francesca – ma partirò di nuovo. Non sarà quest’esperienza a vincolare il mio futuro”. E l’augurio più grande è che in molti la pensino come lei.

 

 

 

 


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