ROCCA DI PAPA - Ieri sera il faccia a faccia con la Sciamplicotti alla presenza di Gara e Maugliani. Le parti sono distanti, e non certo da oggi
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Un incontro voluto proprio da Mauro Fei, alla presenza del segretario provinciale del Pd, Rocco Maugliani, della delegata provinciale Serena Gara, al lavoro a Rocca di Papa dallo scorso novembre ed ovviamente della candidata sindaco del Pd Marika Sciamplicotti.
I due sfidanti primari non si vedevano dal 20 marzo quando in qualche modo si erano incrociati nei tre seggi cittadini: dopo di che Mauro Fei si è ritirato nelle proprie stanze tagliando i ponti (anche telefonici) con tutti fatta eccezione per un sibillino comunicato nel quale si disse a disposizione del Pd senza neanche nominarne la candidata sindaco ufficiale (LEGGI l'articolo); e la Sciamplicotti dal cercare un incontro con Fei (sbagliando di grosso, sicuramente) si è ben guardata.
Sta di fatto che dopo aver aspettato fin troppo a lungo il rientro effettivo (e leale) del figliol prodigo, anche a costo di rallentantare sul fronte della composizione delle liste e soprattutto della redazione del programma, il Pd ha chiuso finalmente il cerchio.
Un incontro a porte serrate (com'è sacrosanto che sia), duro e dai toni a tratti accesi: i due ex sfidanti, oggi separati da un oceano di silenzi, hanno atteso le reciproche mosse. E, sostanzialmente, l'occasione doveva essere quella di comprendere quali fossero le condizioni per un rientro effettivo di Fei nella coalizione anche perché, e non è certo un segreto, da più parti si sostiene che l'(ex) assessore ai Lavori pubblici abbia già un accordo in tasca con Emanuele Crestini (LEGGI l'articolo).
Sembra che insomma Mauro Fei abbia sparato alto: abbia fatto dunque al Pd ed alla Sciamplicotti una richiesta che è appare difficile da accettare. Prendere o lasciare: dentro o fuori. A meno che il Pd a Fei non faccia una contro proposta che "non può rifiutare" (pena l'espulsione dal partito). Ma insomma, siamo probabilmente ad un passo dalla rottura definitiva. Come se in questi mesi non fosse stato sufficientemente chiaro che l'epilogo sarebbe stato questo.
Una cosa è evidente: a 2 settimane dalla chiusura delle liste, il Pd non può permettersi più il lusso di attendere o correre dietro a chi in quest'ultimo mese si è tagliato fuori. Ci sono altre urgenze da affrontare, ad iniziare dal programma da presentare ai cittadini.