ROCCA DI PAPA - Aria di rottamazione per il direttivo cittadino delegittimato dai fatti. Per la neo candidato sindaco si apre una nuova delicata fase
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Adesso sì: tutti i nodi verranno al pettine. Adesso che il dado è tratto si potrà affrontare il toro per le corna. Adesso sì: lo "sgarbo" del 25 ottobre firmato dalla segretaria cittadina del Pd Raffaella Taggi (LEGGI l'articolo), poi delegittimata dall'intervento del segretario provinciale Rocco Maugliani (LEGGI l'articolo), sgarbo sostenuto anche dalla maggioranza del direttivo cittadino, è stato superato alla prova delle urne. L'unica prova maestra, l'unica che in democrazia conta.
Adesso sì che l'apparato cittadino ha potuto toccare con mano quanto quello "strappo" sia stato in realtà (ma era comunque chiaro) un clamoroso autogol.
Marika "Silvia" Sciamplicotti ed il suo gruppo hanno compiuto quella che è un'impresa (LEGGI l'articolo). Ovvero vincere contro tutto l'apparato, che a più riprese (anche prima di quell'infasuto 25 ottobre, ed anche dopo) ha espresso le proprie simpatie per Mauro Fei: vincere contro l'apparato ma utilizzando le "armi" che il Partito democratico le metteva a disposizione. Quelle delle elezioni interne, quelle della scalata da dentro.
Inevitabile accostare, in questo, la Sciamplicotti - chiaramente con le dovute proporzioni e con le dovute caratterizzazioni - a Matteo Renzi ed a quella scalata portata a termine proprio all'interno di un Pd che - come d'altra parte democrazia vuole - si è dimostrato ancora una volta ampiamente scalabile.
Marika Sciamplicotti ha stravinto ancor prima della vittoria di ieri: aveva già vinto il 5 marzo quando all'atto di formalizzare l'Albo degli elettori chi ci aveva buttato gli occhi si era reso perfettamente conto che tanti degli iscritti erano esterni ai "giochi di apparato" e che dunque avrebbero sostenuto proprio il candidato all'apparenza, in partenza, più debole. La neo candidata sindaco del Pd ha vinto anche in questi ultimi giorni dove è riuscita a portare dalla sua parte gli altri due "senior" del Pd Roberto Sellati e Maurizio Querini. Chi ieri sera era all'interno della sede del Pd di via Frascati al momento della proclamazione della vittoria della Sciamplicotti era incontrovertibilmente dalla sua parte. Fatta eccezione per 3-4 "feiani" che hanno avuto la faccia e l'orgoglio di restare dentro nonostante una sconfitta più che cocente. E di questo va dato loro atto.
ROTTAMAZIONE - Adesso per Marika Sciamplicotti ed il suo gruppo si apre una nuova fase, anche questa inevitabilmente delicata. Quella dell'epurazione possibile, della rottamazione probabile. Ad iniziare da un direttivo cittadino delegittimato, ad iniziare da una segretaria Raffaella Taggi ieri sera applaudente e sorridente per una vittoria "in rosa" che mai si era vista a Rocca di Papa, dai fatti. La Sciamplicotti a questo punto, proprio alla luce dell'ostilità incontrata in questi ultimi mesi, dovrà per forza di cose chiedere la "testa" di un direttivo che non può rappresentarla e non può sostenerla nella sua rincorsa verso la successione a Pasquale Boccia. Una rincorsa sotto le insegne del Pd: ma non del direttivo roccheggiano.
MAURO FEI - Il competitor sconfitto avrà ora moralmente l'obbligo di restare nel gruppo. E sarebbe davvero difficilmente configurabile uno scenario di spaccatura per un Fei che, al di là di tutto, non sembra avere alibi per giustificare un'eventuale rottura del patto primario. Proprio l'Albo ha talmente ristretto il perimetro che tentare di uscirne è praticamente impossibile. A meno di uscire definitivamente dal Pd ma con una sconfitta alle Primarie come quella di ieri, figlia anche di una "campagna acquisti elettori primari" non eccezionale (è evidente), tentare la corsa in solitaria sarebbe una follia.
Mauro Fei e la sua squadra, dunque, una risorsa o un problema per Marika Sciamplicotti? Più la seconda che la prima: ma in qualche modo bisognerà cercare di convergere fermo restando che la neo candidata a sindaco dovrà prioritariamente guardare ai "suoi" (un gruppo di giovani che è una rarità nel contesto politico nazionale), quindi a chi si è aggregato (vale a dire Sellati e Querini), e quindi infine a Mauro Fei che dovrà comunque accodarsi anche a Pasquale Boccia. Il sindaco uscente viene comunque prima, in linea di "importanza" al competitor sconfitto, non fosse altro per l'inevitabile "debito di riconoscenza" che la Sciamplicotti deve al suo sindaco. E, tutto sommato, per quanto ieri sera Boccia si sia sperticato nel ringraziare Fei nominandolo almeno 7 volte nel suo breve ed accorato discorso post proclamazione, in questi ultimi mesi il primo cittadino ha ben interpretato il suo ruolo super partes.
L'"APPARATO" - Il Partito democratico cittadino (a serio rischio rottamazione), tutte quelle sovrastrutture di associazioni, comitati e movimenti filo Fei o filo Pd della Taggi, ora potrebbero vedersela brutta. Non fosse altro per il fatto che per loro spazio difficilmente potrà esserci nella nuova squadra di Marika Sciamplicotti. Che però, la Sciamplicotti, sa bene di dover ponderare con attenzione in questa nuova fase avendo come obiettivo principale ora quello di vincere a giugno.
Certo è che però avendo vinto proprio contro l'apparato, Marika Sciamplicotti ha creato il paradosso di una struttura locale del Pd sconfitta alle urne Primarie. Bisognerà trovare il modo di uscirne ed in questo potrebbe ancora essere utile il lavoro della garante provinciale Serena Gara che ieri sera lo stesso Maugliani ha confermato nel suo ruolo fino a fine elezioni Amministrative.
E l'apparato sovracomunale? Fuori da Rocca di Papa il lavoro svolto dalla "Sciamplicotti and associates" è stato già riconosciuto. "Comunque vada - aveva detto qualche giorno fa uno dei maggiorenti del Pd territoriale - Marika Sciamplicotti ha già moralmente vinto". Solo che adesso la vittoria è anche nei numeri.
Una vittoria conquistata da dentro il Pd, contro il Pd locale e con le armi del Partito democratico. Una vittoria che vale platino.