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Sgombero case Ater, a Frascati 15 famiglie (per ora) destinate a lasciare gli alloggi

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FRASCATI - Il numero sembra destinato a salire fino a 60. L'assessore Morelli scrive all'agenzia: "Abbiamo chiesto per il momento di rimandare le procedure a dopo l'estate". La Ater chiede anche una cospicua buonuscita in denaro da decine di migliaia di euro

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

La Ater Provincia di Roma, commissariatda da tempo, è pronta a rientrare in possesso di tutti quegli alloggi che risultano al momento occupati da inquilini che non abbiano, o non abbiano più, i requisiti necessari per ottenere la casa dall'agenzia.

In queste settimane la stessa Ater ha provveduto ad iniziare ad inviare agli inquilini in oggetto lettere di rilascio delle abitazioni, mettendo in copia anche i Comuni di pertinenza. A Frascati, per il momento, la questione riguarda 15 famiglie che vivono negli alloggi Ater disseminati tra piazza Morandi a Cocciano, via Zambarelli ed altre zone della città.

In relazione a questi provvedimenti di rilascio forzoso degli alloggi inviati in questi giorni il Comune ha inviato una lettera allo stesso per spiegare le ragione di una impossibilità a proseguire nei tempi richiesti.

"Ci sembra abbastanza difficile – spiega l’assessore al Patrimonio di Frascati Damiano Morelli – che si possa pensare di eseguire degli sfratti in poco meno di un mese. Forse non ci si rende conto dell’enorme disagio sociale che si causa a queste famiglie, costrette a dover lasciare case che magari sono abitate da vent’anni, in così pochi giorni, inoltre eseguire 15 “procedimenti di esecuzione forzosa di rilascio” comporta per il Comune, uno smisurato impiego di risorse umane proprio a ridosso del periodo estivo. Abbiamo inviato una lettera all’Ente ATER per chiedere di valutare la possibilità di procrastinare i termini assegnati almeno a dopo l’estate così da consentire al Comune di affrontare questa vera e propria emergenza con le adeguate modalità".

L'obiettivo, nella oggettiva difficoltà di riuscire ad opporsi efficacemente al provvedimento, è insomma quello di prendere tempo. Tanto più che il tempo dettato dalla Ater per il rilascio degli alloggi è strettissimo e tanto più che la stessa Ater, a risarcimento del presunto danno di aver avuto le case impegnate da soggetti non titolari (famiglie che hanno perso i requisiti o i casi nei quali i titolari fossero parenti deceduti, casi questo spesso in passato risolti con una "indennità di occupazione" rilasciata proprio dalla stessa Ater), ha richiesto anche un esborso di notevole entità e superiore ai 40mila euro riducibile dell'80% nel caso in cui il rilancio avvenga entro i 15 giorni dal ricevimento della comunicazione.

Ad oggi sono 15 le famiglie che hanno ricevuto questo sollecito e che, anche e fronte della rapidità richiesta e dell'incredibile "buonuscita" da versare nelle casse dell'Ater, sono pronte a barricarsi pur di non ritrovarsi in mezzo ad una strada. Secondo voci ufficiose sarebbero quasi 60 le abitazioni Ater di Frascati destinate ad essere liberate e per le quali, in caso di mancato sgombero spontaneo, il Comune (così come tutti gli altri) è chiamato a procedere con lo sgombero forzato.

Senza contare che le famiglie chiamate a lasciare su due piedi gli alloggi dove vivono da anni, si trovano ad oggi fuori da ogni graduatoria.

Una bruttissima gatta da pelare destinata ad acuire ulteriormente l'emergenza casa con pesanti risvolti sul fronte sociale. Basti pensare, di contro, a tutte quelle famiglie che da anni attendono in graduatoria un alloggio e che dunque prendono questo provvedimento della Ater come una vera manna dal cielo. Un provvedimento che però sarà complicato portare a compimento.

 


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