Quantcast
Channel: Primo piano
Viewing all articles
Browse latest Browse all 3056

La Liberazione, le provocazioni e quell'antico complesso del 25 aprile

$
0
0

GROTTAFERRATA - Dall'allocuzione di Giampiero Fontana alla mancata fascia di De Carolis. Gli uomini soli al comando, la storia e gli ultimi 71 anni

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Diciamola tutta: quando raccogliendo bandiere e microfoni un componente dello staff del sindaco Fontana, parlando con una persona che si era unita in ritardo alle celebrazioni appena svolte in piazza Cavour, commentava spiegando la tensione che si respirava in piazza "niente di che, cose solite da 25 aprile", ha avuto torto e ragione.

Ha avuto senz'altro ragione perché l'antico complesso della festa della Liberazione, che dovrebbe riguardare tutti quanti si riconoscono nella nostra Nazione, è retaggio difficile da abbadonare. Aveva però torto perché una lezione di storia "dei vinti" data da un sindaco con fascia tricolore che ha giurato sui valori della Costituzione democratica, non è vivaddio consuetudive. Per il semplice fatto che, dati per buoni (non siamo storici e non ci rivolgiamo a Pansa, Enzo Biagi o a wikipedia per ribattere) dati e fatti riportati da Fontana nella sua "allocuzione" (e abbiamo imparato tutti un termine in più), il 25 aprile si festeggia altro.

Sul perché un sindaco, dopo aver puntualmente bucato (con piena legittimità e coscienza) le celebrazioni lo scorso anno ed essere stato quest'anno "costretto" da una delibera di Consiglio comunale a rispettarle, invece di mantenere un profilo basso si erga - da uomo al comando, come ha più volte ribadito - a revisore e fustigatore della storia scritta "dai vincitori", ci si potrebbe interrogare a lungo. 

L'effetto del "complesso del 25 aprile" è a due facce: da una parte i pochi rappresentanti di maggioranza presenti che non aggiungono né tolgono nulla all'allocuzione-provocazione consapevole del sindaco pur ben consci di quanto avvenuto (nel bene e nel male). Dall'altra, il ricompattare le file di destra del sindaco "dello striscione" (vedi foto qui a fianco) che appellandosi a valori della destra del Ventennio (non quella storica alla quale nel frattempo quasi tutti si sono via via riconosciuti in questi ultimi 30 anni) ha richiamato a sè (ed i commenti postati su Facebook ne sono la prova) i vecchi sostenitori che invece in questi ultimi mesi per questioni molto meno ideologiche ma molto più pratiche dal sindaco si sono dissociati. Rumorosamente.

Nel confermare il suo "complesso da 25 aprile", Giampiero Fontana ha voluto provocare e ci è pienamente riuscito. Dichiarando chiaramente dall'altoparlante di piazza Cavour, che a comandare Grottaferrata c'è lui e solo lui. Chi non è con lui, come avvenuto in questi ultimi mesi e per ultimo con Riccardo Tocci (LEGGI l'articolo), è contro di lui. E se ne può anche andare. Vedremo quanti ne resteranno, dunque.

Per chiudere, speriamo vivamente che, come accaduto in molte mille altre occasioni, il sindaco intenda inviare alla stampa copia del suo discorso pubblico. Pardon, allocuzione.

Di "complesso di 25 aprile" continua a soffrire anche Marco De Carolis, seppur in forma minore. Il sindaco di Montecompatri in quello che doveva essere il momento istituzionale della giornata, alle 11,30 del mattino, ha preferito non esserci (LEGGI l'articolo). Fontana per la sua lezione di storia ha indossato la fascia: De Carolis non si è fatto neanche vedere. Non può però non stupire la replica del primo cittadino, che la butta ancora una volta "in caciara", ha dato a quelli dell'opposizione che - legittimamente - ne rimarcavano l'assenza. "Anche un’opportunità di memoria collettiva, come quella dell’anniversario della Liberazione, viene trasformata in mera passerella dal Pd locale. Che coglie l’occasione per attaccare un’amministrazione che era presente con due assessori della mia Giunta". Neanche una riga per spiegare come mai nessuno dei suoi assessori, in sua assenza, come si conviene in un momento istituzionale, indossasse la fascia tricolore.

Al di fuori delle ideologie, val bene ricordare e celebrare con la massima rilevanza un momento storico (senza dubbio sofferto, fratricida e sanguinoso) grazie al quale oggi tutti noi possiamo permetterci di ergerci a storici, revisori, riformisti, revisionisti, innovatori, fustigatori, comandanti di truppe o semplici cittadini pensanti.

"Un popolo di poeti di artisti di eroi / di santi di pensatori di scienziati / di navigatori di trasmigratori", avrebbe detto qualcuno. Poi però la storia ha preso un'altra strada ed è cambiata. Si è evoluta ed ha lasciato al bianco e nero quei ricordi dove il sangue versato ha imbevuto la terra che oggi democraticamente calchiamo. Peccato che qualcuno a 71 anni di distanza non se ne sia ancora avveduto.

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 3056

Trending Articles



<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>