GROTTAFERRATA – Interessante dibattito ieri al Sacro Cuore, grazie a “La Città al Governo”. Il ritorno sulla tematica di Pratone e Cartabrutta
“La nostra acqua, il nostro suolo. Salvaguardare il presente, garantire il futuro”. Nel titolo, la sintesi di un dibattito profondo che ha dato ancora l'idea della linea di demarcazione che esiste tra il movimento de “La città al governo” rispetto ai contendenti delle prossime amministrative, sopratutto sul complesso tema dei “beni comuni”. Questo perché LCG il suo percorso lo ha preparato da lontano e sembra avere già in testa la forma di governo da introdurre in caso di vittoria a Giugno.
Una discussione intensa, quella di ieri pomeriggio nella Sala Teatro Falcone a Grottaferrata, che ha visto per protagonisti Rita Consoli, candidato sindaco a Grottaferrata, Bengasi Battisti (Coordinamento Enti Locali per l'acqua pubblica) e Marina Marino (Urbanista, esperta di pianificazione e gestione territoriale). Si è parlato di come gestire in maniera efficiente una risorsa sempre più scarsa come l'acqua, esaminando le prospettive di una ripubblicizzazione di Acea Ato 2, e di pianificazione e salvaguardia del suolo.
Il convegno è stato introdotto da un frase di Luigi Einaudi, liberale, Presidente della Repubblica, che il 15 dicembre 1951 scriveva: “La lotta contro la distruzione del suolo italiano sarà dura e lunga, forse secolare. Ma è il massimo compito di oggi, se si vuole salvare il suolo in cui vivono gli italiani. Significherebbe che lo stato intende vegliare affinché, dopo secoli di distruzione, si salvi quel poco che resta delle foreste e del suolo delle Alpi e degli Appennini e si ricostruisca parte di quel che fu distrutto”.
L'ACQUA, UN BENE PUBBLICO - Massimo Lo Cicero, introducendo Bengasi Battisti, ha ricordato come promuovere e sostenere i beni comuni voglia dire toglierli al profitto e alle logiche di mercato. Dibattendo dell'argomento acqua, ha sottolineato come Acea Ato 2 abbia degli obblighi di servizio precisi con dei degli standard, delle penali e degli indennizzi in caso di mancanze nei confronti dei cittadini, con un impegno a migliorare il servizio tramite la manutenzione o il rinnovo delle strutture obsolete. Tempestività e ripristino sono aspetti centrali. Acea dovrebbe intervenire per mancanza di acqua entro le 8 o 16 ore, per guasti a tubatura nelle 72 ore. Una tempistica difficilmente rispettata. Da qui è partita l'analisi di Battisti: “I Beni comuni – ha detto - sono indispensabili per la vita di ognuno. Rappresentano il patto generazionale nel senso della loro estinzione. L'acqua è il bene comune per eccellenza: appena si è avuta la percezione che ci fossero degli interessi forti, alcune sensibilità hanno iniziato a proporre norme per strapparla dalla mercificazione”. Bengasi ha ricordato le 500mila firme per una legge di iniziativa popolare, mai discussa dal parlamento, l'arrivo del Decreto Ronchi e quindi la risposta del Referendum del 2011, ove gli italiani decisero che le risorse idriche dovevano essere gestite dal principio del diritto pubblico, all'interno del quale non c'è l'esigenza, al contrario di quello privato, anche se partecipato, di fare profitto. “Il pubblico – ha ribadito Battisti - ha come scopo solo l'accesso all'acqua. E' fondamentale perché la comunità ha il diritto di dire la propria, mentre le forme di diritto privato escludono dalla discussione, tant'è che un sindaco ha una delega in bianco che rimane prigioniera poichè sono i partiti che governano gli ambiti territoriali a decidere le scelte”.
Battisti ha ricordato che nel 2012 anche nella Regione Lazio fu proposta una legge di iniziativa per facilitare la ripubblicizzazione delle risorse. Intuendo l'esito, la legge è stata recepita ad una unanimità nel 2014. Introduceva anche la suddivisione dei bacini su base idrografica, partendo dal fatto che non sono i confini amministrativi a determinare l'adduzione o la depurazione, ma l'andamento delle acque. La legge attuativa non è stata ancora emanata o discussa. Allora cosa resta? “Resta la consapevolezza dei temi – ha concluso Battisti - da parte delle comunità, il desiderio di riappropriarsi della gestione e sopratutto non dare deleghe in bianco a nessuno perché ogni questione sull'acqua deve essere discussa dai consigli comunali. Solo in quel caso il sindaco diventa portatore del pensiero della comunità e non di una scelta personale”.
IL CONSUMO DI SUOLO, UN ATTO CONTRO LA QUALITA' DEI TERRITORI – E' stato Massimo Roncati ad introdurre un'urbanista di carattere nazionale, la Dott. Marina Marino. “La Città al governo – ha detto Brcancati - ha fatto propri alcuni principi base, uno dei quali è quello di considerare il suolo un bene comune. Per noi è necessario tutelarlo, sostenerlo e promuovere delle buone pratiche che facciano sì che il nostro bene non venga ulteriormente utilizzato in maniera impropria come negli ultimi anni. Il rilancio passa per la riqualificazione dell'esistente, l'efficientamento, il patrimonio pubblico”. Parole che hanno trovato armonia nella relazione della Marino, che ha portato a conoscenza della sala le sue esperienze a Cinisi o Bagheria. “A Cinisi ho dovuto spiegare a un uditorio ostile che avevo cambiato il Prg e l'ho fatto circondata dai Carabinieri per dire che avevo portato a zero il consumo di suolo. Mi sono resa conto che il servizio a quella comunità era comunque utile perché avrei permesso una riflessione sul futuro, sul valore dei bisogni, un'accettazione che le cose cambiano. Bagheria è invece una città con una storia di urbanizzazione abusiva e di forte densità che ha dovuto adeguare la propria forma urbana al consumo del suolo, consumo che ha strategicamente mangiato tutti gli spazi a servizi. I Prg, quando decadono i vincoli, rappresentano delle maglie aperte. Il prezzo pagato dalla comunità di Bagheria è stato il doppio turno permanente per le scuole”.
Nella esperienza della Marino anche i consigli sciolti per Mafia, realtà che per “garantire se stessa – ha affermato - usando il suolo, garantisce che tutti abbiano qualcosa di ritorno perché altrimenti non potrebbe avere risultati. Pertanto in un'amministrazione che è infiltrata nella mafia il suolo e il territorio sono sempre una costante di compromissione, di scambio, di baratto”. La relatrice non ha nascosto il difficile compito che la vede impegnata oggi nel comune di Lampedusa ed ha poi aperto la sua riflessione sui temi fondamentali di una pubblica amministrazione come la burocrazia, diventata il un nemico per quanto riguarda le regole che utilizzano il territorio, ma anche l'impegno sulla trasparenza e la semplificazione, che ridistribuiscono i poteri, le responsabilità, le attività. “Far conoscere le regole è necessario – ha detto - per essere consapevoli delle responsabilità assunte dai governi locali e dalla comunità. Rita Consoli mi è piaciuta perché agisce sul 'fare insieme' per il territorio. Una comunità la governi sui valori più importanti. Condividere, sapersi dire le regole, è un aspetto fondamentale”.
PRATONE, CARTABRUTTA: LUOGHI FORTEMENTE COMPROMESSI - Il consumo di suolo in Italia continua a crescere: 250 chilometri quadrati di territorio, 35 ettari al giorno, pari a 70 campi di calcio, con una velocità di 4 metri quadrati di suolo persi ogni secondo. Una risorsa ambientale non rinnovabile a cui 200 paesi del mondo hanno messo mano.
Città al Governo, partendo dalla valutazione di un Prg fermo all'approvazione del 1972, ha puntato quindi il faro su un'area definita 'fortemente compromessa', ovvero quella di Pratone, sottolineando anche le potenzialità del possibile insediamento di 'Cartabrutta', ove si prevedono cubature non ancora edificate in un'area difficilissima per la viabilità e su una porzione di territorio connesso ad aree di pregio ambientale (Tuscolo). Per LCG è l'esempio di una parte di Grottaferrata che necessita di un ripensamento delle attuali capacità edificatorie partendo dall'analisi del''esistente (edificato, servizi, mobilità).
A tutto questo una soluzione c'è, secondo i programma del movimento, andando incontro ad una ricognizione del territorio per una corretta mappatura dei servizi e dell'edificato, introdurre il principio di 'consumo zero' di suolo, preservare e potenziare il verde urbano con un efficace piano di gestione e salvaguardia.
Rita Consoli ha ribadito come nella tutela dei 'beni comuni' sia necessario riconoscere il diritto da parte dei cittadini a partecipare alla gestione di pezzi e spazi di vita collettiva come un diritto legittimo. Diritto che speriamo diventi prossimamente argomento di confronto tra i sette candidati sindaco della città.
(foto di Mauro Capretti)