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Pagnozzi si lancia: "Pronto a mettermi a disposizione per rifare Frascati grande insieme"

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FRASCATI (politica) - L'ex segretario generale del Coni parla già di programmi. "Sistemiamo il bilancio senza gravare sulle tasche dei cittadini. E tanta attenzione alle periferie"

ilmamilio.it - contenuto esclusivo

Lello Pagnozzi conferma di essere pronto a candidarsi a sindaco di Frascati. L'ex segretario generale del Coni scioglie le ultime riserve e, confermando quanto già detto nei giorni scorsi, è pronto a giocare questa partita. Non facile, va detto.

Nei giorni scorsi lei ha dichiarato di essere a disposizione per ricucire un quadro di centro-sinistra (LEGGI l'articolo). La sua disponibilità è ancora valida?

Certo. Con un’apertura che non si ferma al centrosinistra soltanto, ma guarda anche ad altre forze civiche, il cui valore comune non è la polemica politico/ideologica fine a sé stessa, ma la buona volontà di mettersi a disposizione per una sana amministrazione della città.

In questi anni ha ricoperto ruoli molto importanti sia dal punto di vista politico che soprattutto nel mondo sportivo. Cosa la spinge oggi a mettersi a disposizione della sua città?

La mia carriera a livello nazionale e internazionale l’ho fatta, con soddisfazione, e non ho interessi personali da perseguire. Ma so anche che se non fossi vissuto qui e non avessi goduto delle possibilità che Frascati e i frascatani mi hanno offerto nell’adolescenza, specialmente nel campo sportivo, non sarei andato così lontano. Sapere che tantissimi giovani e meno giovani fanno sport in impianti che ho contribuito a dare o a mantenere alla mia città è già fonte di soddisfazione e orgoglio. Ma ora, con un po’ più di tempo a disposizione, è giusto ampliare la possibilità di restituire quanto mi è stato dato.

Cosa serve secondo Pagnozzi per riannodare i fili di un tessuto sociale e politico che a Frascati negli ultimi anni si è profondamente logorato e sfilacciato?

Innanzitutto abbassare i toni, riportando gli interessi delle persone al centro del dibattito politico, mettendo da parte, una volta per tutte, le lotte personali.

Rispettare le opinioni anche delle parti avverse, cercando di trovare soluzioni amministrative con il più ampio consenso possibile, per il solo bene comune, senza erigere inutili barricate tra i diversi gruppi. Mettere e mantenere la città, i cittadini e il territorio sempre al centro delle decisioni, senza guide esterne.

Sono ormai 50 anni che vive a Frascati. Come l'ha vista cambiare in questo lungo periodo di tempo? E soprattutto cosa serve per renderla all'altezza del suo nome?

In realtà non sono 50, ma 65… avevo 4 anni quando con la mia famiglia mi sono trasferito a Frascati. Dall’Asilo (Immacolatine e Filippine) in poi, non ho più rinunciato a vivere qui, nonostante la mia vita professionale mi spingesse altrove. Ho fatto su e giù con il lato opposto di Roma per tanti anni.

La città è cambiata tanto, ma è sempre stata un punto di riferimento per la provincia sud di Roma, un po’ un’oasi felice. Negli ultimi anni, però, anche Frascati ha risentito della crisi che ha coinvolto l’Italia e non solo.

Ora, serve innanzitutto tanto impegno da parte di tutti gli amministratori che saranno chiamati al loro compito. Nel particolare, di certo, occorrerà cominciare a sistemare il Bilancio del Comune, senza però che questo finisca col gravare sulle tasche dei cittadini. Penserei di utilizzare quanto più possibile le opportunità di accedere a Fondi Europei, che spesso in Italia restano inutilizzati semplicemente per la scarsa attenzione delle Amministrazioni locali. Credo di poter dare una grossa mano su questo. Si potranno, così, fare quei nuovi investimenti in servizi necessari al fine di migliorare la qualità della vita dei cittadini e rendere più sicure ed efficienti le periferie.

Parlando con i miei concittadini ho capito che vogliono una macchina amministrativa trasparente, efficiente e meno costosa. Non desiderano l’ulteriore depauperamento del territorio. Si aspettano una mobilità che esalti e non deprima le attività produttive. Chiedono una maggiore partecipazione nelle scelte riguardanti le periferie. Su questi punti sono stati già messi in campo dei tavoli di lavoro aperti ai cittadini, ai quali sono pronto a dare il mio contributo.

Dunque, se il suo nome dovesse trovare un'ampia convergenza, lei è pronto ad accettare la sfida di candidarsi?

Ora sono all’estero, per il compleanno di uno dei miei nipoti. Tra pochi giorni tornerò per fare le definitive valutazioni. Ma già ora mi sembra che una certa convergenza si sia trovata… mi sono arrivati tanti attestati di stima, e richieste di persone, soprattutto “civiche”, senza particolare appartenenza politica, che vorrebbero sostenermi in questo percorso, anche impegnandosi in prima persona.


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