GROTTAFERRATA (attualità) - Sabato 18 marzo l'inaugurazione dell'edizione 417: l'immagine scelta per veicolare l'elenco è esemplare
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Dall'Abbazia alla Fiera: duecento metri di strada, una contiguità territoriale praticamente ininterrotta. Un legame stretto, strettissimo che anche l'ultimo arrivato a palazzo Consoli, prefetto Giacomo Barbato nelle sue funzioni di commissario straordinario, ha immediatamente inteso e voluto rilanciare nella locandina e nell'immagine simbolo dell'edizione numero 417 dell'atteso e più che mai tradizionale evento di inizio primavera. Quest'anno in programma dal 18 al 26 marzo.
Grottaferrata affonda le proprie origini, il proprio passato antico e recente e dunque il proprio futuro nell'Abbazia e la Fiera, secondo importante germoglio di cultura e socialità, è la diretta emanazione di un convento che, da sempre, è la porta d'Oriente, il tangibile ponte tra due Chiese - quella romana e quella bizantina - divise dal Grande scisma ma dalla notte dei tempi fuse proprio nella "cripta ferrata" dell'abbazia niliana.
FIERA - Dici Grottaferrata e pensi all'Abbazia. Dici Grottaferrata e pensi alla Fiera. Un patrimonio, in tradizione e riconoscibilità, che però mai fino ad oggi gli amministratori cittadini sono riusciti a rendere veramente concreto, veramente caratterizzato. Un'identità, quella della Fiera, sempre in cerca di se stessa: l'ultimo che tentò di orientare la peculiarità di quello che nel corso degli anni è diventato sempre più un grosso mercato fu Gabriele Mori, primo cittadino passato alla storia come il "sindaco autoritario", tanto da finire triturato dai suoi stessi consiglieri comunali. Esattamente, 3 anni dopo, come è capitato al suo successore Giampiero Fontana.
Di fatto, e la scelta fu veramente fortunata solo nel primo anno, Mori tentò di dare una svolta editoriale alla Fiera, rendendolo evento teso al libro, una piccola Fiera di Torino bella bellissima per poco e poi travolta non solo dalle critiche ma anche dalla stessa crisi strutturale di un settore non certo tra i più floridi in questi anni.
DALL'ABBAZIA - Il commissario Barbato rimette le cose a posto e fa partire la Fiera dall'Abbazia - ancora più metaforicamente dal ponte sopra il fossato, a rafforzare ancor più l'idea di collegamento, tra Oriente ed Occidente e tra Abbazia e Fiera - e il corteo sfilerà fino ai padiglioni, come da tradizione.
IL FUTURO - Il futuro è la grande scommessa e richiede poche chiacchiere e tanta, tanta concretezza. Chiunque sarà il nuovo sindaco di Grottaferrata, dovrà una volta per tutte valorizzare il proprio evento principe riuscendo, magari, a renderlo più lungo e più articolato dei 10 giorni dell'evento stesso, capitalizzando la ricchezza di una delle location più belle delle provincia e il fascino di un nome che deve provare a non essere identificato con i banchi di un mercato.
Il rilancio dell'economia cittadina, dell'immagine identitaria di una città che in questi ultimi anni - incapace di amministrarsi tanto da dover ricorrere nel giro di 3 anni per ben due volte al commissario straordinario - è cresciuta in popolazione ma si è svilita sul piano sociale e nel senso di comunità, passa anche e soprattutto per le sue due anime. L'Abbazia e la Fiera: e sulla Fiera c'è tanto, tanto da poter fare.