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Manifestarono davanti all'Eugenio Litta: denunciata l'organizzatrice

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GROTTAFERRATA – Il sit-in non era stato autorizzato e le forze dell'ordine provvidero ad identificare tutti i manifestanti

ilmamilio.it

Un sit-in di civile protesta ma non autorizzato che oggi potrebbe avere un'appendice giudiziaria. E’ arrivata la denuncia per Daniela Guccini, la mamma che lo scorso 12 febbraio con un tam-tam organizzato su Facebook aveva organizzato in poche ore, a pochissimi giorni dagli arresti per maltrattamenti effettuati dai carabinieri presso il Villaggio Eugenio Litta, un sit-in pacifico ma non autorizzato di fronte alla struttura sanitaria di via Anagnina (LEGGI l'articolo).

In quell’occasione i manifestanti, una cinquantina, furono accolti da polizia e carabinieri che provvidero ad identificare tutti i presenti proprio perché l'assembramento non era stato autorizzato.

“La nostra – racconta proprio Daniela, che in questi giorni è stata invitata a presentarsi presso il commissariato della sua zona per vedersi notificare una denuncia inviata dal commissariato di Frascati – era una iniziativa per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto per dire basta ai soprusi contro i più deboli. Ora attendo la decisione del giudice: non sono arrabbiata e non sono preoccupata, solo un po’ amareggiata per quanto sta accadendo che rischia peraltro di spostare l’attenzione da quello che è il problema principale”. In occasione del sit-in una delegazione di manifestanti fu ammessa ad un breve colloquio col direttore della struttura, il dottor Bellomo, al quale queste persone chiesero l’installazione di telecamere di controllo e il licenziamento degli indagati. Daniela è stata denunciata in quanto si assunse la responsabilità di essere l'organizzatrice della manifestazione.

“Abbiamo ritenuto peraltro quel colloquio molto positivo”, conclude Daniela. Il caso dell’Eugenio Litta, come si ricorderà, scoppio nella mattina del 9 febbraio quando i carabinieri del Gruppo di Frascati eseguirono ben 10 arresti, di cui uno in carcere ed i restanti ai domiciliari a carico di personale della struttura sanitaria (LEGGI l'articolo). A quegli arresti nei giorni successivi seguì l’iscrizione nel registro degli indagati di ulteriori 6 operatori.


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