ROMA (politica) - La senatrice: "Importante il confronto, in 4-5 non possono decidere il futuro del Partito e dell'Italia. Gentiloni? Avanti fino al 2018, servono i decreti attuativi delle Riforme di Renzi"
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Proprio mentre stamattina Enrico Rossi, Michele Emiliano e Roberto Speranza tirano il freno a mano sulla scissione nel corso dell'incontro del teatro Vittoria a Testaccio, un gruppo di 60 donne parlamentari del Partito democratico, renziane, invitano al dialogo ed al confronto lanciando in queste ore una raccolta firme on-line.
"Siamo donne del Pd e assistiamo sgomente al rischio di dispersione di un patrimonio costruito faticosamente in tanti anni di battaglie, di idee condivise, di sacrifici. Il passato ci ha insegnato che le divisioni interne hanno sempre portato allo smarrimento dei nostri valori e a pesanti sconfitte, al contrario, i risultati migliori sono arrivati quando abbiamo trovato la forza di dare vita a grandi aggregazioni in grado di mostrare al paese e agli elettori la nostra forza propositiva per la società italiana. Del resto solo un Partito Democratico unito e forte rappresenta lo spazio per continuare il cammino di battaglie e conquiste della libertà femminile. Ci appelliamo al buon senso e alla responsabilità di tutti, a partire dai leader, per trovare un punto di incontro che vada oltre personalismi e interessi di parte", scrivono le prime firmatarie dell'iniziativa.
"Chiediamo alle donne e agli uomini del Pd, ai suoi simpatizzanti, al suo popolo di farsi sentire per rilanciare lo spirito costitutivo del Partito Democratico. Il futuro del PD è anche nelle nostre mani. Viva il Partito Democratico, viva l'Italia", aggiungono lanciando la petizione online (VAI ALLA PETIZIONE) le parlamentari Annamaria Parente, Donella Mattesini, Emilia Grazia De Biasi, Marina Sereni, Marialuisa Gnecchi, Stefania Pezzopane, Erica D'Adda, Rosa Maria Di Giorgi, Magda Angela Zanoni, Angelica Saggese, Nicoletta Favero, Annalisa Silvestro, Elena Ferrara, Rosanna Filippin, Silvana Amati, Daniela Valentini, Venera Padua, Pamela Giacoma Giovanna Orrù, Monica Cirinnà, Maria Spilabotte, Valeria Cardinali, Leana Pignedoli, Emma Fattorini, Maria Teresa Bertuzzi, Manuela Granaiola, Albano Donatella, Flavia Nardelli, Mariapia Garavaglia, Chiara Braga, Raffaella Mariani, Susanna Cenni, Maria Coscia, Giovanna Sanna, Anna Rossomando, Antonella Incerti, Sandra Zampa, Teresa Armato, Chiara Gribaudo, Manuela Ghizzoni, Teresa Piccione, Floriana Casellato, Patrizia Maestri, Silvia Costa, Carla Cantone.
"Fino a questo momento - dice proprio Annamaria Parente - hanno firmato la petizione più di 900 persone. In questa fase è assolutamente importante il dialogo e devo dire che l'apertura dimostrata in queste ore da Rossi, Emiliano e Speranza è quello che auspichiamo". Un appello al dialogo ed al confronto, pur se duro: "In 4-5 persone non possono decidere le sorti del partito e dell’Italia. Il Pd ora deve riflettere anche sui meccanismi di democrazia partecipata anche se ci sono risultati raggiunti dal Governo Renzi che non possono essere ignorati. La stagione riformista avviata in questi anni è stata importante: rifome come il "Dopo di noi", quella che ha riguardato il terzo settore, le unioni civili ma anche lo stesso "Jobs act" sono misure che devono essere valutate e pesate in maniera non precocetta".
La senatrice Parente, dunque, guarda al congresso. "Un momento di confronto che deve essere fatto certo sulle idee ma anche sulle cose fatte".
La parlamentare Pd lancia anche un appello al Governo di Paolo Gentiloni. "Deve continuare fino alla naturale scadenza della legislatura, nel 2018 perché mancano decreti attuativi che servono a dare sostanza alla stagione di riforme".
Per il Pd, dunque, comunque sia un momento di autocritica? "Soprattutto di dialogo - chiude la Parente -: dobbiamo ripartire dai territori, tornando con forza e convinzione da dove siamo partiti". E a chi critica la politica di apertura alle forze civiche fossero anche di centrodestra? "Le alleanza più ampie ci sono sempre state a livello locale, non è certo una cosa di oggi, non vedo il problema", conclude.