GROTTAFERRATA - Mondo politico già con la faccia rivolta al 2017
Caduto il sindaco Fontana, Grottaferrata sarà governata fino a Giugno 2017 da un Commissario Prefettizio, un periodo di medio termine dove si potrebbero sbloccare alcuni provvedimenti (bandi compresi) rimasti impantanati dentro le divergenze della ex Giunta.
Sul fronte politico, parallelamente, già si pensa al domani. E tutto lascia presagire che dopo le esperienze fallimentari (nel breve spazio di sei anni) del centrosinistra (con Mori) e del centrodestra l'intero panorama si agiterà in mezzo a due dinamiche: quello civico e il Movimento 5 stelle. Quest'ultimo, a seguito dei ''crac'' delle grandi coalizioni, potrebbe avere la strada spianata verso la conquista di Palazzo Consoli nella prossima primavera. Un pò come accaduto a Roma dopo la fine delle Giunte Alemanno e Marino.
Per i pentastellati, infatti, è giunta la prova del fuoco, intercettando tutto lo scontento di gran parte della popolazione rispetto ad una ingovernabilità che ormai sembra aver travolto la comunità da più di un decennio. Solo la Giunta Ghelfi dei ''civici'' (quella eletta nel 2005 contro centrodestra e centrosinistra) è riuscita a portare a termine il suo mandato. La seconda Giunta Ghelfi (eletta nel 1997) interruppe il suo percorso nel 1999, Viticchiè dopo tre anni, per Mori stessa sorte. Di Fontana è storia recente. In diciasette anni un dato di fatto: tutte le Giunte nate dai partiti sono sprofondate miserevolmente tra beghe interne, faide personali o di gruppo, piani regolatori, egocentrismi spinti all'accesso, mancanza di sintesi, incapacità di condividere. Storie che hanno lasciato un segno dentro un territorio in cui dal 1972 è in piedi un Prg che ha fatto il suo tempo e continua ad essere un problema perché vecchio e non in linea con le esigenze di un territorio che nel frattempo si è talmente antropizzato da bloccarsi, come accaduto pochi giorni fa, per i lavori in una strada.
Ora gli sguardi, per il momento confusi e disorientati, sono tutti rivolti alla costruzione dei primi laboratori civici. Alcuni sono già nati. Ma si ha l'impressione, da destra e sinistra, che ne nasceranno altri, magari con l'intenzione di mescolare le carte, creare piattaforme, issare la bandiera della trasversalità. Un trasversalità però rischiosa. Perché se centrodestra e centrosinistra non sono riusciti a governare la città, viene difficile pensare che alcuni elementi dei due schieramenti, messi insieme, riescano a farlo. Ed ecco spuntare allora l'offerta pentastellata, che l'opinione comune di impatto definisce già con la ''strada spianata'' (salvo cataclismi romani o altri ostacoli) nella prossima consultazione amministrativa. Si vedrà.
Diverso il discorso per i cosiddetti ''partiti guida''. Il PD oggi canta vittoria, ma al suo interno le divisioni non sono mai mancate. Forza Italia è un partito che riparte da ciò che è rimasto.
C'è un motivo – e lo abbiamo già scritto – per il quale Grottaferrata, in tanti decenni di storia del dopoguerra, non è mai riuscita a tirare fuori un consigliere provinciale (l'unico fu Nicola Liberati alla fine degli anni ottanta), un consigliere regionale, un deputato o un senatore. Persino comuni più piccoli e marginali sono riusciti nell'impresa. Qui mai. Evidentemente la classe dirigente che ha messo mano sul Comune non ha saputo mettere insieme le energie, ha diviso anziché unire, non ha – più semplicemente – governato o lo ha fatto con scarsa qualità perché non erano all'altezza della responsabilità i suoi protagonisti principali (e in questo caso non si parla nemmeno dei sindaci). Sono mancate spesso personalità in grado di attrarre il comprensorio attorno. Un'assenza pesante. Di uomini supponenti e di arroganti, di assessori e consiglieri che si credevano statisti insuperabili, in anni recenti, ne sono passati molti e sono tutti sfioriti con il trascorrere del tempo.
Forse è venuto il tempo degli umili e dei silenziosi.
Un tema di cui si parla da anni afferma il seguente concetto: Grottaferrata ha bisogno di stabilità, scelte, omogeneità, visione ambientale, turistica e culturale che stronchi una volta per tutte il circolo vizioso che ha occluso, tra protagonismi e invidie, divergenze, rancori e atteggiamenti spregiudicati, favoritismi per quattro posti lavoro o clientele di basso rango, la visibilità e il progresso sostenibile della città. Riuscirà nell'impresa la prossima amministrazione (qualunque essa sia)?
Al Commissario Prefettizio, intanto, spetterà il compito, in questi nove mesi, di fare un po' di ordine dopo la battaglia che ha disperso, per l'ennesima volta, un'altra Giunta comunale.